Itinerario

MURA Museo della Rocca Aldobrandesca di Suvereto

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La nascita dell’insediamento

Dal VII secolo d.C. i modi e i luoghi dell’abitare tipici del mondo romano furono soggetti a profonde trasformazioni. In questo territorio le pianure in buona parte si spopolarono a favore dei rilievi montuosi o collinari, dove piccole comunità vivevano in gruppi di capanne protette da palizzate lignee. Molti di questi abitati sorsero all’interno di terre appartenenti a soggetti politici di rilievo: conti, abati, vescovi, grandi famiglie aristocratiche. Tra queste ultime quella degli Aldobrandeschi, originari di Lucca, i cui rappresentanti, a partire dal IX secolo d.C., cominciarono un processo di espansione in quest’area. Con il tempo questa prestigiosa famiglia controllò un territorio vastissimo esteso da Suvereto fino al monte Amiata, al senese e al Lazio.
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Il primo castello

In un contratto di vendita risalente all’aprile del 973 d.C., tra le numerose fortificazioni citate e controllate dagli Aldobrandeschi, compare anche la corte Suvereto "cum suo castello". Si tratta della più antica attestazione documentaria che conferma l’esistenza sul colle di Suvereto di un primo castello. Per un orizzonte cronologico leggermente precedente, anteriore al X secolo d.C., le indagini archeologiche condotte dall’Università di Siena hanno portato alla luce le tracce di un insediamento di capanne che facevano ampio uso del legno come materiale da costruzione, sulla scia di quanto succedeva nello stesso periodo nella maggior parte degli insediamenti fortificati della Toscana. Alle capanne costruite in legno e argilla si sostituirono, nel corso del X secolo, nuove capanne impostate su una solida base in muratura, composta da pietrame non lavorato legato dauna buona malta di calce.


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Il castello di pietra

Le tracce archeologiche raccontano di un profondo cambiamento che, a partire dal XII secolo, si riscontra con modalità simili in numerosi insediamenti fortificati della regione. Sul pianoro sommitale viene costruito il primo edificio interamente in pietra, forse circondato da un muro di cinta di cui si sono perse le tracce. Anche la torre, un edificio di limitate dimensioni, avvalora l’idea che molte cose sono cambiate nel volgere di appena due secoli. Muri costruiti in conci di pietra squadrati testimoniano nuove e più specializzate competenze da parte delle maestranze costruttrici, ma anche nuovi e più ingenti investimenti economici da parte della committenza. I castelli infatti si erano trasformati in veri e propri simboli di potere. Le spese sostenute per la loro costruzione mostravano il potere della classe aristocratica e legittimavano il controllo sulle comunità che risiedevano e lavoravano nelle vicinanze del castello.


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Dal castello alla Rocca

Il complesso definito Rocca è il risultato finale di una serie di complesse vicende costruttive che vedono nel XIII secolo un importante momento di transizione. È il tramonto di un’epoca dominata dalla secolare egemonia dei conti Aldobrandeschi e l’avvio di un nuovo periodo storico dominato da nuovi attori politici, il Comune di Suvereto e la città di Pisa, in espansione. La torre costruita nel XII secolo viene ampliata e coincide forse con la Rocca turrita ricordata dagli statuti pisani del 1284. Poco tempo dopo, tra la fine del XIII secolo e gli inizi del successivo, il complesso fortificato viene ulteriormente ampliato con la costruzione di un palazzo a due piani addossato al versante nord della torre. Il nuovo palazzo, completato nel 1308, come attesta un’epigrafe scolpita su uno degli archi di accesso, era destinato ad accogliere una guarnigione militare pisana.


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Suvereto al tempo del primo Comune

Nel corso del XIII secolo, a seguito anche della formazione del primo Comune, l’originario castello di Suvereto fu oggetto di un'importante fase di ampliamento. All’interno di una nuova e più ampia cinta muraria, dotata di due porte di accesso, furono edificati complessi religiosi e il palazzo sede del Comune. La crescita economica di artigiani e commercianti portò all’adozione di nuovi modelli edilizi di stampo urbano, come le case-bottega, con grandi arcate al piano terreno e porte più piccole che conducevano alla sovrastante abitazione, e le case a pilastro, con pilastri angolari in pietra e supporti lignei a chiudere i vari piani. Nella scelta dei modelli abitativi, forte fu l’influenza di Pisa, che nel XIII secolo controllava un ampio tratto di costa fino a Castiglione della Pescaia, in cui circolavano anche maestranze specializzate provenienti dalla città. In particolare la casa a pilastro è una tipologia edilizia nata a Pisa e poi esportata in molti degli insediamenti rurali coinvolti da importanti fasi di ampliamento, posti anche in aree esterne ai domìni pisani.